RK 2 – Tribute Page To …

Modena City Ramblers

1, 2, 3 4, 5, 10, Cento Passi

“Nato nella terra dei vespri e degli aranci
Tra Cinisi e Palermo parlava alla sua radio
Negli occhi si leggeva la voglia di cambiare
La voglia di giustizia che lo portò a lottare
Aveva un cognome ingombrante e rispettato
Di certo in quell’ambiente da lui poco onorato
Si sa dove si nasce ma non come si muore
E non se un’ideale ti porterà dolore
Ma la tua vita adesso puoi cambiare
Solo se sei disposto a camminare
Gridando forte senza aver paura
Contando cento passi lungo la tua strada”
Allora
Uno, due, tre, quattro, cinque, dieci, cento passi
Uno, due, tre, quattro, cinque, dieci, cento passi
Uno, due, tre, quattro, cinque, dieci, cento passi
Uno, due, tre, quattro, cinque, dieci, cento passi
“Noi ci dobbiamo ribellare”
Poteva come tanti scegliere e partire
Invece lui decise di restare
Gli amici, la politica, la lotta del partito
Alle elezioni si era candidato
Diceva da vicino li avrebbe controllati
Ma poi non ebbe tempo perché venne ammazzato
Il nome di suo padre nella notte non è servito
Gli amici disperati non l’hanno più trovato
Allora dimmi se tu sai contare
Dimmi se sai anche camminare
Contare, camminare insieme a cantare
La storia di Peppino e degli amici siciliani
Allora
Uno, due, tre, quattro, cinque, dieci, cento passi
Uno, due, tre, quattro, cinque, dieci, cento passi
Uno, due, tre, quattro, cinque, dieci, cento passi
Uno, due, tre, quattro, cinque, dieci, cento passi
Uno, due, tre, quattro, cinque, dieci, cento passi
Uno, due, tre, quattro, cinque, dieci, cento passi
Uno, due, tre, quattro, cinque, dieci, cento passi
Uno, due, tre, quattro, cinque, dieci, cento passi
Era la notte buia dello Stato Italiano
Quella del 9 maggio ’78
La notte di Via Caetani, del corpo di Aldo Moro
L’alba dei funerali di uno stato
Allora dimmi se tu sai contare
Dimmi se sai anche camminare
Contare, camminare insieme a cantare
La storia di Peppino e degli amici siciliani
Allora
Uno, due, tre, quattro, cinque, dieci, cento passi
Uno, due, tre, quattro, cinque, dieci, cento passi
Uno, due, tre, quattro, cinque, dieci, cento passi
Uno, due, tre, quattro, cinque, dieci, cento passi
Uno, due, tre, quattro, cinque, dieci, cento passi
Uno, due, tre, quattro, cinque, dieci, cento passi
Uno, due, tre, quattro, cinque, dieci, cento passi
Uno, due, tre, quattro, cinque, dieci, cento passi”

“Che roba contessa all’industria di Aldo
Han fatto uno sciopero quei quattro ignoranti
Volevano avere i salari aumentati
Dicevano pensi, di essere sfruttati
E quando è arrivata la polizia
Quei quattro straccioni han gridato più forte
Di sangue han sporcato i cortili e le porte
Chissà quanto tempo ci vorrà per pulire

Compagni dai capi e dalle officine
Prendete la falce e portate il martello
Scendete giù in piazza e picchiate con quello
Scendete giù in piazza e affossate il sistema
Voi gente per bene che pace cercate
La pace per fare quello che voi volete
Ma se questo è il prezzo, vogliamo la guerra
Vogliamo vedervi finir sottoterra
Ma se questo è il prezzo, lo abbiamo pagato
Nessuno più al mondo dev’essere sfruttato, ehi

Sapesse contessa, che cosa mi ha detto
Un caro parente dell’occupazione
Che quella gentaglia rinchiusa là dentro
Di libero amore facea professione
Del resto mia cara, di che si stupisce?
Anche l’operaio vuole il figlio dottore
E pensi che ambiente ne può venir fuori
Non c’è più morale, contessa

Se il vento fischiava ora fischia più forte
Le idee di rivolta non sono mai morte
Se c’è chi lo afferma, non state a sentire
È uno che vuole soltanto tradire
Se c’è chi lo afferma sputategli addosso
La bandiera rossa ha gettato in un fosso
Voi gente per bene che pace cercate
La pace per fare quello che voi volete
Ma se questo è il prezzo, vogliamo la guerra
Vogliamo vedervi finir sottoterra
Ma se questo è il prezzo, lo abbiamo pagato
Nessuno più al mondo dev’essere sfruttato, ehi”

«Una mattina mi son svegliato,
oh bella, ciao! bella, ciao! bella, ciao, ciao, ciao!
Una mattina mi son svegliato
e ho trovato l’invasor.

O partigiano, portami via,
o bella, ciao! bella, ciao! bella, ciao, ciao, ciao!
O partigiano, portami via,
ché mi sento di morir.

E se io muoio da partigiano,
o bella, ciao! bella, ciao! bella, ciao, ciao, ciao!
E se io muoio da partigiano,
tu mi devi seppellir.

E seppellire lassù in montagna,
o bella, ciao! bella, ciao! bella, ciao, ciao, ciao!
E seppellire lassù in montagna
sotto l’ombra di un bel fior.

E le genti che passeranno
o bella, ciao! bella, ciao! bella, ciao, ciao, ciao!
E le genti che passeranno
Ti diranno «Che bel fior!»

«È questo il fiore del partigiano»,
o bella, ciao! bella, ciao! bella, ciao, ciao, ciao!
«È questo il fiore del partigiano
morto per la libertà!»